Germania, è partita la sfida della legalizzazione

Die politische Referentin des DHV Maria Krause mit einem Gastbeitrag und Kommentar zu möglichen Problemen der Legalisierung in Deutschland und wie diese gelöst werden könnten in der italienischen Fuori Luogo. Google translate hilft, falls ihr kein Italienisch könnt.

Oggi in Germania non parliamo solo di se, ma di come legalizzare la cannabis. La riforma della legge tedesca sugli stupefacenti fa capo al Ministero della Salute che in queste settimane ha ospitato le audizioni sulla legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo con oltre 200 esperti. I risultati dovrebbero gettare le basi che permetteranno all’Ampel – la coalizione rosso-giallo-verde composta da liberali, verdi e socialdemocratici – di presentare una prima bozza della nuova legge entro l’anno.

Attualmente in Germania solo le farmacie possono fornire cannabis terapeutica ai pazienti, legale dal 2017. Anche per i pazienti tedeschi è molto difficile trovare un medico che sostenga la cannabis terapeutica, ottenere l’autorizzazione alla prescrizione e la copertura del trattamento dalla propria assicurazione sanitaria.

L’accordo di coalizione stabilisce che la cannabis ricreativa sarà distribuita in negozi autorizzati e specializzati, che venderanno solo cannabis e prodotti a base di cannabis. Nonostante l’accordo sulla legalizzazione, i consumatori tedeschi continuano a essere perseguiti. Si tratta di 180.000 persone all’anno, 500 al giorno: ogni 3 minuti viene avviato un procedimento penale. Non c’è un’argomentazione razionale che giustifichi questa situazione.

Vi sono però tre problemi all’orizzonte. Il primo è il Bundesrat, la camera alta del parlamento tedesco: la maggioranza degli Stati federali è ancora governata da una coalizione a guida CDU, che si oppone fermamente alla legalizzazione. Una soluzione potrebbe essere quella di sperare che perda le elezioni a livello federale nei prossimi anni. Una soluzione migliore e più rapida è quella di convincere i cristiano-democratici con l’argomento dei benefici finanziari derivanti dalla tassazione della cannabis legale, perché non sembrano preoccuparsi dei benefici per la salute e ignorano che il proibizionismo ha fallito.

Il secondo è la Convenzione Unica delle Nazioni Unite. C’è una soluzione semplice: ignorarla! La Convenzione unica delle Nazioni Unite è un fallimento in sé. È razzista, disumana e sbagliata. Ignorare il diritto internazionale sarebbe una novità nella politica tedesca, ma probabilmente sarebbe accettato dall’opinione pubblica, anche perché non ci si aspetta alcuna sanzione.

Il terzo sono i Trattati UE, compreso l’Accordo di Schengen che richiama la Convenzione Unica. Ignorare il diritto dell’UE e magari accettare le sanzioni, non sarebbe una buona soluzione. Si potrebbe cercare di ottenere un permesso di deroga, con scarse possibilità. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di cambiare la legge europea e stabilire un percorso europeo comune per la legalizzazione.

Il divieto non è solo disumano, ma addirittura incostituzionale. Il diritto dell’UE rispetta e protegge le Costituzioni dei suoi membri. Una sfida costituzionale a livello nazionale e internazionale potrebbe essere un’ultima via legale. Un esempio è la causa intentata alla Corte costituzionale austriaca dall’attivista Paul Burger che punta a rendere la proibizione della cannabis incostituzionale. In Germania un ricorso simile è stato presentato dal giudice Andreas Müller nel 2020, quest’anno ci si aspetta la decisione della Corte costituzionale tedesca. Se una Corte nazionale stabilisce che la proibizione è incostituzionale, diventerebbe obbligatorio un accordo a livello europeo per consentire il commercio legale.

Il divieto è irrazionale. Rappresenta una violazione dei valori fondamentali dell’Unione Europea, come la libertà e la dignità umana. Viola i diritti umani. Pertanto, sono necessari cambiamenti strutturali e un’azione a livello europeo, ad esempio un’iniziativa dei cittadini europei. Gli europei devono unirsi dietro la scienza e l’umanesimo.